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Intervista a Frad, fumettista, stand up comedian e musicista.

Frad
Tutte le immagini e le foto in questa pagina per gentile concessione dell'artista.

Intervista a Frad, fumettista, stand up comedian e musicista.

Frad discute il suo percorso creativo, parlando del suo passato in gruppi musicali, della sua timidezza, e della nascita delle sue prime vignette.

Affronta inoltre l'importanza della terapia e della comunità nel suo sviluppo personale e la sua esperienza nel confrontarsi con il pubblico durante le esibizioni dal vivo. Frad riflette sui temi principali della sua arte, dagli stereotipi lesbici al 'lesbodramma', e parla anche della sua reticenza nel tornare a creare fumetti dopo la scoperta del mondo della stand-up.

Infine, menziona alcuni progetti futuri, tra cui una serie di date dal vivo, serate karaoke e quiz.


Frad è una fumettista e comedian romana. Nel 2016 inizia a pubblicare sui social le sue vignette autobiografiche per poi entrare nel mondo dell’editoria e dell’autoproduzione pubblicando vari fumetti.

Presa molto bene dalle possibilità date da Instragram, comincia a creare video, reel e per questo va dicendo in giro di essere influencer.

Decide di avvicinarsi alla stand-up comedy esordendo nel 2022 con il suo spettacolo Vedi Caro (che interpreta insieme alla musicista Claudia Vernier) e con altri monologhi comici. Mondo lesbico, transfemminismo, drammi amorosi, queerness, psicologia, sono solo alcuni dei suoi argomenti preferiti quando è a tavola a Natale con i parenti.

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Iride: Stai ascoltando Iride, il podcast che guarda il mondo attraverso gli occhi di artisti LGBTQ.

Io sono Guido e oggi scopriremo insieme passo a passo il mondo di Frad. Benvenuta.

Frad: Ciao Guido. Ciao a tutt.

Il lesbodramma nelle vignette e nella vita di Frad

Iride: Nelle tue vignette c'è sempre tantissimo lesbodramma. Quanto lesbodramma c'è nella tua vita.

Frad: Nella mia vita? Ce n'è stato tantissimo e sono stata un bravo stereotipo lesbico, diciamo.

Però ecco, dopo un po' io devo dire che c'ho avuto questa fase in cui un po' c'era autocompiacimento nel lesbodramma cioè questa roba di dire "Oddio, faccio i casini! Ah, mamma mia! Aiuto! Le relazioni!" così. Inizialmente mi mettevo in questa posizione super comoda di vittima, no? In cui anche nei fumetti si vede perché io ho iniziato comunque tanti anni fa, quindi ovviamente poi io sono cambiata molto.

Nel 2016 ho iniziato. E allora all'inizio, rileggendo i miei vecchi fumetti quando parlo di relazioni, quindi anche di lesbodramma, mi rendo conto che io c'avevo questo ruolo di vittima, che fondamentalmente è un ruolo paraculissimo perché è come se in qualche modo io ne uscivo pulita, no? E beccavo queste drama queen, queste persone che mi facevano stare male. Io povera me.

Poi devo dire che è stato più difficile raccontarmi così, perché appunto c'è stato un percorso, un po' più di consapevolezza sulle relazioni anche proprio sul mio ruolo attivo. Perchè poi ho capito che in realtà, appunto, anche io avevo una responsabilità nelle cose che accadevano, nelle dinamiche che c'erano nelle mie relazioni.

Quindi devo dire che piano piano le cose sono migliorate per fortuna. Però io c'ho avuto un po' di crisi perché quando poi ho visto che il lesbodramma non faceva più parte della mia vita ho detto "Mò che cacchio racconto"? Perché in qualche modo questa cosa si era attaccata anche alla mia identità come fumettista. E quindi devo dire che inizialmente è stato strano.

Il lesbodramma come stereotipo e come strumento di descrizione

Frad: Poi in realtà ho anche ripensato a cos'è il lesbodramma, l'ho destrutturato.

Comunque ho capito anche che è un po' comunque uno stereotipo di genere, deriva da quello secondo me. Cioè da una parte è uno stereotipo, quindi dico "vabbè non non è reale".

Però dall'altra poi mi sono resa conto anche parlando con altre persone lesbiche che forse noi lo usiamo perché poi alla fine noi stesse usiamo il lesbodramma per descrivere le nostre relazioni. È una parola che usiamo, nonostante sia un forte stereotipo. Però c'è stata una riappropriazione.

Effettivamente noi ce lo rivendichiamo in quanto lesbiche, il lesbodramma. E infatti mi chiedevo: "Ma è giusta o no questa cosa che noi continuiamo a usare questa parola per descrivere noi stesse e le nostre relazioni?".

Alla fine un po' ho pensato abbiamo un po' cambiato comunque alla fine il significato che c'era. Perché non vuol dire come magari pensano le persone: "ah, le donne sò emotive. Le donne sò isteriche. E allora due donne, eh capirai". Perché questo un po' è la la cosa che ci sta dietro. Però le persone lesbiche lo usano anche in modo diverso, perché comunque i rapporti lesbici hanno delle loro dinamiche a sé diverse magari dalle altre.

E quindi forse la parola lesbodramma si può usare anche per descrivere questa complessità. Però che non vuol dire ""ah sì due donne, facciamo i casini", ma vuol dire tutta una serie di cose che riguardano proprio la soggettività lesbica, la modalità in cui ci relazioniamo, la rete anche che costruiamo.

Il rapporto con le ex e la ri-significazione del lesbodramma

Frad: Cioè questa cosa delle ex, per esempio, non è solo negativa, cioè che noi non ci lasciamo mai davvero, che le ex rimangono nella nostra vita.

È vero, succede, però per me adesso che appunto, sono un po' uscita dal lesbodramma e dell'autocompiacimento delle relazioni disastrose, in realtà le ex per me sono diventate comunque anche parte della mia rete affettiva. E quindi alla fine un po' risignificando il lesbodramma posso dire che descrive magari un po' le relazioni lesbiche per la loro unicità e tra queste cose c'è appunto la ex che da che era il mostro è diventata in realtà un simbolo di sostegno.

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Il percorso di crescita personale

Iride: C'è stato qualcosa in particolare che ti ha fatto fare questo passaggio?

Frad: Sì, la terapia? No, non solo in realtà. Io nelle mie vignette ho parlato spesso di relazioni perché il mondo affettivo mi interessa un sacco.

Quindi grazie anche al percorso psicoterapeutico dove ho parlato tantissimo delle mie dinamiche affettive e anche politico, perché io cerco di applicare sia appunto il percorso mio personale che anche le pratiche femministe nelle mie relazioni, anche indagando molto appunto la non monogamia.

La cosa in generale che mi ha dato è sempre il confronto con le persone, cioè comunque conoscere le persone, entrare in alcune reti, anche magari conoscere persone poli(amorose) che vivono le relazioni in un modo diverso e non conforme.

Perchè poi la psicoterapia non può essere l'unica via d'uscita dalle cose, perché la psicoterapia poi diventa quella roba... Cioè è un po' monogama la psicoterapia, capito? Perché ci stai tu con la terapeuta e basta e quindi poi tu diventi il centro del tuo mondo.

E invece per me il fatto poi di uscire e avere il confronto con le persone, andare agli eventi, organizzare anche eventi perché poi faccio pure quello, e parlare con le persone, chiudermi male tutta una sera con gli amici quando usciamo a parlare di cose- cioè, è quello che in realtà poi mi porta fuori da me.

L'importanza della musica e l'approccio alla stand-up comedy

Iride: Sia nei tuoi fumetti sia nei tuoi spettacoli di stand up comedy parti da te spesso e dalla tua biografia. Da dove nasce questo bisogno di raccontarti e come mai hai deciso di utilizzare questo spunto?

Frad: Non so bene perché l'ho deciso. Io mi ricordo che avevo l'idea inizialmente, quando ho iniziato a pensare di fare web comics, quindi di pubblicare le vignette prima su Facebook, poi sono passata a Instagram. L'idea proprio sicura che c'era era "voglio fare delle vignette che parlano delle lesbiche, umoristiche". Questa era l'unica cosa certa. Poi appunto, mi sono proprio chiesta ma le faccio autobiografiche o disegno dei personaggi inventati? E poi sono arrivata a scegliere di fare autobiografico perché lo trovavo più semplice.

Poi in realtà le mie amiche all'inizio disegnavo proprio loro. Poi questo ha creato dei problemi perché si lamentavano come le disegnavo, quello che le facevo dire. Allora a un certo punto ho detto vabbè okay, le amiche me le faccio immaginarie, però in realtà ovviamente sono ispirate.

 Vedevo che effettivamente molti fumettisti e fumettiste come Zero Calcare, per esempio, per dire quello più famoso, usavano questa modalità e quindi un po' mi sono affidata.

Frad fotografata da Chiamatemi_futura

L'evoluzione del rapporto con il fumetto e l'identità di Frad

Frad: Poi dopo non so se lo rifarei tornando indietro, ti dico proprio di usare me come personaggio delle mie vignette, perché effettivamente poi è stato tutto un po' strano anche a livello identitario questa cosa per cui il mio nome come fumettista e ora non solo perché ormai lo uso come tutto questo nome Frad, è diventato anche il mio personaggio. Perché il mio personaggio era Frad, ma io non sono Frad, cioè ormai un po' lo sono diventata. Ormai mi presento come Frad alle persone. C'erano varie identità che dovevano un attimo trovare una connessione, dovevano lavorare insieme.

Perché c'ero io prima di di essere Frad, poi c'era Frad fumettista, Frad personaggio, insomma, un casino.

Iride: Se dovessi tornare indietro da che cosa partiresti nei tuoi fumetti?

Frad: In realtà poi non è che mi lamento di e anzi a me è piaciuto molto che io certe scelte le ho prese in modo un po' spensierato. Quindi in realtà io una cosa che vorrei prendere dal passato è quella spensieratezza di... ma perché poi avevo anche un po' meno consapevolezza, anzi zero in realtà.

E quindi questa cosa da una parte magari mi faceva creare dei contenuti, a volte un po' cringe, però dall'altra mi faceva sentire molto più leggera. Quindi ogni tanto vorrei avere quella spensieratezza di dire Vabbè, ma pubblico quello che me pare. Ma che me frega? E invece sto là a pensare "aspetta, questa cosa potrebbe essere offensiva per questo, questa cosa potrebbe essere un po' critica, questa cosa magari non è pensata bene".

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Cioè comunque prima di pubblicare qualcosa adesso sto molto più attenta. e invece in passato c'avevo un po' questa cosa "Ah, sì che taglio sta cosa mò la disegno, pubblico, fine" e ridevo da sola ed era tutto leggerissimo.

Quando rivedo le vecchie vignette penso Mamma mia, che cacchio facevo? Cioè, ma che contenuti sono? Però da una parte in realtà forse quella spontaneità è servita poi anche a farmi conoscere anche da più persone.

E quindi ogni tanto in realtà la vorrei ritrovare ti dico la verità, quella cosa un po' fresca, pop leggera senza troppe paranoie dietro. Però purtroppo più magari c'è un bacino a ampio di persone che ti seguono e personalmente più mi salgono le paranoie a me.

Dico okay, devo stare attenta perché io coi social c'ho un po' un rapporto conflittuale perché comunque c'è un'esposizione, quindi ho molta paura di sbagliare.

Iride: Ti salgono le paranoie per la risposta del pubblico o per qualcos'altro?

Frad: Sì, io devo dire che il mio grande terrore non è tanto avere gli hater, tipo che ne so il bigotto l'omofobo, cioè quelli insomma ormai c'ho la corazza no?

 A me proprio la cosa che mi terrorizza è deludere le persone che mi seguono o comunque con cui condivido visioni, sistema di valori, percorso politico.

Ecco, quello a me mi uccide, cioè proprio è tipo la paura mia è deludere comunque persone con cui un percorso condiviso e quindi appunto i social in questo senso disumanizzano un po'. Cioè comunque più crescono i follower e più io sono un personaggio. Quindi immagino dico ammazza se dovessi crescere di più sui social a volte mi chiedo ma ce la farei? Forse questi 20K (ventimila) è il mio massimo. Va bene così. Mi fermo qui come in Chi vuol essere il milionario? Prendo il montepremi e vado a casa.

Cuore, Cervello e Gina

Iride: I tre personaggi che ricorrono più di frequente nei tuoi lavori sono cervello, cuore e Gina. Chi è Gina?

Frad: Vabbè, cervello, cuore, si capisce. Io diciamo che ho scelto questi tre personaggi che sono tipo tre stanze. Il cervello rappresenta la razionalità, la ragione. Il cuore le emozioni. E poi c'è Gina che io la disegno come un un triangolo rosa col ciuffetto, quindi sarebbe la vulva. Che però in realtà rappresenta non ovviamente il genitale, ma come nessun organo che ho disegnato rappresenta quella cosa in sé, ma simbolicamente la parte istintiva.

 Poi a un certo punto io ho voluto chiarire anche proprio cos'era, dicendo che Gina è uno stato mentale e quindi ci si possono rivedere tutt a prescindere dal genitale che uno ha perché non è minimamente legato a quello, perché non sono essenzialista biologica, quindi ovviamente non è quello.

Gina è stato un personaggio molto utile, ovviamente il più simpatico, perché è quella un po' fuori controllo. È molto utile per, appunto, superare questa paura che ho sempre di sbagliare e dire cose. Allora le facevo dire a Gina perché Gina è l'istinto, non sono io e quindi la usavo un po' così.

Io disegno questi tre personaggi che cercano un po' come es, io o super io e cercano di trovare una mediazione comune per superare delle difficoltà.

MTV generation

Iride: Tu sei vissuta negli anni novanta. Quali erano le tue ispirazioni e che cosa ti ha portato poi a diventare una fumettista?

Frad: Io sono nata nell'ottantasette, quindi poi in realtà l'adolescenza è stata più duemila.

Ero un po' piccolina quindi dei riferimenti anni novanta, forse, cartoni animati tipo quelli giappo Super Tre che era questo programma che trasmetteva i cartoni animati giapponesi dagli anni ottanta fino ai primi duemila e c'era Sonia che faceva la posta del cuore che è stata la la mamma di tutti i bimbi e bimbe anni novanta.

Devo dire forse infatti ora arriviamo più duemila che una grande ispirazione è stato MTV, Daria o comunque tutti i cartoni MTV: Daria, South Park, Beavis and Butt-head. Per me quello è stato super d'impatto, forse più del fumetto, perché poi non ero una grande lettrice proprio di fumetti.

Io leggevo Andrea Pazienza così però devo dire che io dico sempre che una delle mie più grandi ispirazioni sicuramente è Daria. Per il tipo di ritmo, di ironia, quel ritmo un po' lento secondo me rappresenta, cioè Daria rappresenta molto gli anni novanta.

Daria, zecche e punk

Iride: Tu eri Daria, ti sentivi Daria o era semplicemente un immaginario che ti piaceva?

Frad: io Daria? No, non tantissimo. Però mi riconoscevo in alcune cose. Perché comunque io mi sentivo pure un po' l'outsider a scuola. Capito che comunque c'avevo il mio gruppetto di disagiatelli punk metallari zecche che stavamo tutti insieme. Io ero una specie di mix tra una punk e una zecca in quel periodo. Era un periodo in cui la musica era l'identità. Cioè proprio cosa ascolti? Era l'unica domanda da fare a una persona e quindi io ascoltavo però punk tantissimo, però anche un po', un periodo reggae, comunque quel folk italiano sai quelle cose.. Allora ero questo mix tra zecca... che poi zecca era un insulto, ma c'è stata la riappropriazione, no? E quindi io lo uso e io sono una zecca con grande orgoglio.

Io mi sentivo proprio dentro Daria comunque, c'erano quelli della scuola che invece erano i fighetti e quindi in realtà no, non Daria come caratteristica, come personalità però io mi sentivo molto quei personaggi là. Comunque in generale mi sentivo che quel racconto era un po' il mio racconto anche.

La salita sul palco

Iride: In quegli anni hai anche iniziato a fare arte. Come ti sei lanciata su un palco?

Frad: Io stavo in fissa appunto con la musica e per me era la cosa principale. Cioè, io pensavo in realtà di fare musica nella vita. Non pensavo né di fare fumetto né stand-up. Cioè proprio stand up mai pensato, fumetto in realtà io disegnavo fin da piccola li facevo proprio i fumetti.

Però per me era una cosa che facevo ogni tanto a caso. Invece la musica, era molto importante nella mia vita ed è continuato a esserlo anche quando poi sono cresciuta insomma, da sia da bambina che poi adolescente, che ventenne. Io c'avevo i gruppi cioè io cantavo, io canto principalmente e però suonavo anche la chitarra e c'avevo questi gruppi punk, metal, rock. Insomma, c'ho avuto vari gruppi. Già mi ero resa conto che per me il palco è troppo bello, è una roba che mi fa... cioè io cambio personalità sul palco, è una cosa incredibile e lo sentivo già in quegli anni.

È proprio una cosa che sali, io mi sento proprio giusta. Cioè, io salgo e mi sento bene. E quindi questa cosa l'ho sperimentata coi gruppetti e poi prima avevo comunque fatto un corso di teatro a cui mi aveva iscritta mia madre perché io prima ero timidissima, prima dei vent'anni, più o meno.

Quindi figuriamoci se stavo a pensare a stato su un palco da piccola o da adolescente. Cioè, non riuscivo a parlare in pubblico e non riuscivo a entrare in un negozio senza avere l'ansia e prepararmi tipo quando ero da sola, tipo dove andare a comprare qualcosa.

Quindi mia madre, vedendomi così disagiata, a un certo punto ha deciso di iscrivermi a un corso di teatro e avevo vent'anni, non ne avevo dieci. Quindi per far capire ecco, ero un po' così e quindi ho fatto un bel percorso da quel punto di vista, devo dire anche della timidezza e ansia sociale. Quindi insomma, quello è stato forse il primissimo passo perché prima appunto, non riuscivo manco a parlare in un gruppo di persone senza avere l'ansia.

Quindi prima c'è stato un corso di teatro e poi devo dire che è stato super terapeutico, eh. Cioè a me quel corso è durato tre anni, mi ha veramente cambiato la vita. Poi ci sono stati i gruppi, poi la musica l'ho mollata e ho iniziato a fare fumetto. E poi non lo so, ho cominciato a fare questi reel su Instagram, un po' ironici e alla fine grazie anche all'incontro di Claudia Del Fomento, che è una musicista che è quella con cui ho iniziato a fare stand up "Vedi Caro" lo spettacolo, il primo spettacolo che ho fatto che qui è mezzo musicale perché comunque c'ho voluto mettere la musica dentro, grazie a lei che mi ha anche spronata perché c'ho sempre bisogno di qualcuno che crede in me.

Non riesco mai a trovare da sola la forza di dirmi che ce la posso fare o che qualcosa ha valore, quindi mi c'è voluta in questo caso Claudia che ringrazierò per sempre che mi ha detto Basta! Facciamo una cosa insieme. Scrivi qualcosa. Allora è uscita fuori la stand up.

Vedi Caro

Iride: Lo spettacolo Vedi Caro lo stai portando in tour in giro per l'italia. Che reazione ha il tuo pubblico abituato ai tuoi fumetti, che ti conosce per altre cose quando ti vede su un palco?

Frad: Allora io devo dire che già quando facevo le presentazioni dei fumetti lì mi sono un po' misurata e io facevo un po' di stand up, comunque, cioè perché comunque non riesco a non essere buffona, insomma.

Quindi abbiamo fatto tipo trenta città. Cioè, veramente è stato immenso. È stato pazzesco. Non me lo aspettavo. Non ce lo aspettavamo nessuna delle due.

Chi mi segue è abituata magari che io parlo di relazioni soprattutto, o comunque ironizzo molto sugli stereotipi lesbici e Vedi Caro che appunto è stato il primo spettacolo, io sulle relazioni non ho messo nulla, sugli stereotipi lesbici sì, però gran parte dello spettacolo è molto politico: parla di privilegio maschile, parla di trans femminismo, di come io in quanto lesbica femminista vivo eh, l'approccio coi maschi, cisetero eccetera. Quindi può darsi qualche persona che mi seguiva l'ha un po' destabilizzata perché è io nella stand up sono molto più esplicitamente politica che nei fumetti.

Adesso appunto che ho scritto altri pezzi nel frattempo e ho messo su anche un nuovo spettacolo da sola questa volta, non con Claudia e ho integrato un po', nel senso che ci sono anche dei pezzi dove parlo della psicoterapia, delle relazioni e quindi sto cercando di portare anche i temi del fumetto dentro la stand up. Ma non è facile. Cioè per me è più facile parlare di relazioni coi fumetti e di cose politiche con la stand up e non riesco a fare cose troppo politiche con i fumetti. Sono due canali diversi, però in realtà l'idea è di integrarli.

Iride: Quindi porterai anche un po' di stand up dentro il fumetto o rimarrà a senso unico questo scambio?

Frad: Non lo so. No, sicuramente lo stile rimarrà quello. Però vorrei portare le tematiche che ho fatto finora nei fumetti, come la versione stand up. Quindi cercare anche di parlare molto delle relazioni, anche col punto di vista che ho adesso di non monogamia di queste tematiche lesbodramma, cose così.

Finora non ho molti pezzi dove parlo di questo però un po' mi dispiace perché secondo me la stand up invece è molto utile come canale per parlare anche delle relazioni.

Iride: Ti aspettavi un pubblico così eterogeneo e così vario o quando hai iniziato pensavi che fosse soltanto uno spettacolo dedicato alla comunità LGBTQ?

Frad: Molte persone anche fuori bolla l'hanno compreso e io non ero sicura che potesse essere così. E invece l'hanno percepito come abbastanza universale, comunque comprensibile. Certo, alcune cose magari no però in generale il messaggio arriva e la cosa interessante è che io appunto nomino spesso i maschi cisetero in questo spettacolo e non ci vado leggerissima, no?

E la cosa che mi ha fatto piacere è che la maggior parte dei maschi cisetero che l'hanno visto hanno riso tantissimo e per me questo è importante, perché magari è un modo anche per portarli a ragionare su l loro ruolo in qualche modo come categoria, perché lo sono, cioè anche se non non riescono a percepirsi spesso in questo modo, cioè per loro sono tipo lo standard, il neutro, non so come dire, la normalità. E invece io ne parlo come una vera e propria categoria che ha delle caratteristiche, che ha delle responsabilità, che ha un ruolo.

Però la maggior parte di loro l'hanno trovato interessante, hanno trovato uno spunto per riflettere, si sono divertiti da morire. Perché anche quando poi si rivedono, magari dicono, è vero, cazzo, faccio così. Magari un po' ci pensano, un po' ridere, e non ci vado leggera, eh? Cioè per niente nel mio spettacolo. Infatti è successo che qualcuno c'è rimasto male.

In tour per l'Italia

Iride: Hai notato grosse differenze tra le presentazioni dei fumetti e il pubblico che viene a vederti agli spettacoli e soprattutto c'è una differenza tra il pubblico che viene a vederti e ad ascoltare quello che hai da dire nelle città e nelle campagne o comunque nei paesi più piccoli?

Frad: Il pubblico sicuramente forse è più ampio quando fai stand up, perché ovviamente uno spettacolo di intrattenimento è diverso da una presentazione di un fumetto, anche se ad alcune presentazioni c'era veramente tanta gente. Sono state molto partecipate e spesso le persone magari ci rincontriamo. Cioè, sono persone che magari sono venute a vedere delle presentazioni e poi ci rivediamo quando faccio lo spettacolo. se

Io ho ho attraversato varie città, sia grandi che provincia e in realtà è difficile dire una cosa comune, perché ci sono delle volte che dici vabbè, qua magari sarà complicato perchè magari è una città minuscola, sperduta, che dici boh, magari. E invece quelle volte ti stupiscono perché in realtà c'è talmente anche tanta voglia di avere dei momenti di aggregazione, perché sono pochissimi in cui ci si incontra con la comunità e si parla di quello, che forse c'è più fervore, magari delle grandi città dove sono abituati a avere eventi tutti i fine settimana.

Non so dire perché ci sono state delle città piccolissime dove c'è stato un calore immenso. Tipo il nord, no, che dice "ma il Nord? Vabbè, dai, sono freddi". Non è vero, zero. Cioè, ma proprio zero. Noi siamo state comunque a Udine, a Trento capito che uno dice Vabbè dai lì...

Era bellissimo perché quando andiamo al nord siccome siamo romane e quindi siamo caciarone, calorose, le stesse persone che ci ospitano mettono le mani avanti e dicono guardate, noi siamo del Nord quindi non è che magari non non piacerà lo spettacolo però non siamo abituati a fare casino. E non è vero poi perché un sacco di volte è successo che il calore è arrivato in tanti modi. Magari non ti fanno i cori come a Roma che fanno casino, però comunque è un modo di esprimerlo diverso ma in assoluto non ti neanche ti posso dire la differenza nord-sud, perché il calore è arrivato veramente ovunque.

Poi ci sono città che ti aspetti che vada da paura e invece va male. Cioè, è veramente un po' imprevedibile questa cosa, dipende da troppi fattori.

La costruzione di una rete e le collaborazioni artistiche

Iride: Oltre al rapporto col pubblico sei riuscita in questi anni a sviluppare un rapporto con altre artiste e altri artisti LGBTQ Italiani? E come porti avanti queste collaborazioni se hai delle collaborazioni in vista?

Frad: Diciamo che col tempo la cosa anche bellissima di essere uscita dai social è stato costruire una rete.

Alla fine veramente è una rete unica e quindi io ormai ad esempio in molte città siamo state invitate da Non Una di Meno, dai collettivi, dai centri sociali, non solo, poi anche dai locale, ma comunque associazioni, Arci.

Quindi io grazie a questa cosa ho conosciuto tutte queste realtà anche di lotta dal basso, di associazionismo, un po' di tutta Italia.

E in più a Roma si è creato proprio una comunità di persone con cui si fanno eventi, realtà locali e sono contenta perché piano piano sono entrata in questo mondo che è anche un po' l'intrattenimento LGBTQ+.

Adesso faccio parte di questo collettivo che si chiama C'è Figa, che è un collettivo di stand up di donne. Poi abbiamo messo su la Queer Comedy dove ci sono io, Le Recensioni Non Richieste, Simonetta Musitano. Insomma, ho conosciuto anche molte persone che fanno stand up e quindi lì poi si è creata una rete anche con altre persone che fanno stand up in tutta Italia.

Le persone, le realtà che ho conosciuto e mi hanno cambiato proprio la vita per me, perché poi è quello che a me mi ha cambiata anche per il percorso politico. Proprio l'incontro con tutte queste persone, realtà, tutti gli eventi, le situazioni è immenso e indescrivibile.

Però c'ha un valore enorme, cioè non sarei andata da nessuna parte senza questa possibilità.

Progetti futuri e conclusioni

Iride: Ci ha raccontato che tornerai a teatro e continuerai a fare spettacoli. Hai qualche pubblicazione in vista? C'è qualche fumetto che ci puoi anticipare uscirà a breve o ti vedremo solo a teatro nei prossimi mesi?

Frad: Questa cosa me la chiedono spesso perché chi appunto mi seguiva come fumettista un po' c'ha nostalgia? È dal duemila e venti che non pubblico un cartaceo, un fumetto per l'editoria e effettivamente il fumetto al momento è fermo.

 Non sento di dire che è finita questa relazione, però siamo in crisi un po'.

Ma più che altro perché la stand-up è stata inaspettata e ha preso tantissimo spazio, tempo e sono felice perché, come ho detto, mi piace da morire farla e quindi al momento sul versante fumetto non ci sono novità in vista purtroppo. Lo dico un po' con sofferenza, dico la verità.

Iride: Nessuna novità in vista per i fumetti ma ti vedremo sempre più spesso in spazi fisici e vuoi raccontarci che cosa hai in programma nei prossimi e dove possiamo andare a vedere i tuoi spettacoli?

Frad: Certo. Però lo devo vedere.

Iride: Domanda a tradimento, così senza preavviso

Frad: Questo lo tagliamo e sembrerà che io so a memoria tutte le mie date.

Iride: Assolutamente

Frad: Allora mo ti dico subito.

Iride: Mi dicevi che hai anche un quiz in programma.

Frad: Sì. Allora, il quiz, l'LGBTQuiz è nato in collaborazione con Antigone Roma e lo faccio insieme alle Recensioni Non Richieste e lo facciamo appunto all'interno della libreria Antigone.

Solo che adesso c'è stato un periodo che ci siamo fermati, ma lo rifaremo sicuramente e per altro - spoiler - lo faremo anche a Milano dove non l'abbiamo mai fatto, Antigone Milano. Quindi questo non ho ancora la data, però insomma ci stiamo organizzando.

Tanto io poi sui social spammo tutto, metto tutte le date. E poi inizierò anche un karaoke a Roma fisso al Pigneto. Sono molto contenta perché così canto? Sì, okay. Faccio cantare anche gli altri ogni tanto, però canto anch'io,

Iride: Canterai canzoni punk o ti vedremo in un repertorio più pop?

Frad: Col karaoke sono un po' pop. Dico la verità.

Conclusioni e saluti

Iride: Va bene. Ti ringrazio tantissimo. Per chi volesse vedere e scoprire le prossime date, i prossimi appuntamenti può andare a cercarle sui profili social di Frad che trovate in descrizione.

Io ti ringrazio tantissimo per la tua disponibilità. Potete trovare questa intervista e qualche contenuto speciale, tutti i contatti per scoprire meglio il fantastico mondo di Frad, tutte le pubblicazioni che ha fatto finora e anche estratti del suo spettacolo sul nostro sito, iride.art, nel link in descrizione e per non perdere i prossimi episodi potete anche iscrivervi alla newsletter sempre su iride.art, seguirci sulle principali piattaforme di streaming tra cui Spotify, Apple Podcast e Google podcast, su YouTube e su Instagram. Grazie, ancora per essere stata con noi e alla prossima

Frad: Grazie Guido. Ciao a tutt.