Le Recensioni Non Richieste

Intervista a Le Recensioni Non Richieste, stand up comedian.

Le Recensioni Non Richieste
Tutte le immagini e le foto in questa pagina per gentile concessione dell'artista.

In questo episodio intervistiamo lo stand-up comedian Le Recensioni Non Richieste.

L'ospite discute della genesi del suo nome d'arte, del suo percorso dalla musica alla stand-up comedy, e delle sue esperienze nel mondo della satira.

Rivela inoltre le difficoltà incontrate sui social media per i temi che affronta e riflette sulla politica, la comunità LGBTQ+, il potere della satira e della stand-up e l'importanza della Queer Comedy.

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Iride: Stai ascoltando Iride, il podcast che guarda il mondo attraverso gli occhi di artiste e artisti LGBTQ. Io sono Guido e oggi scopriremo passo a passo il mondo di Le Recensioni non Richieste. Benvenuto.

Le Recensioni Non Richieste: Grazie. Grazie per l'invito.

Iride: Da dove nasce il tuo nome d'arte?

Le Recensioni Non Richieste: Allora, il mio nome d'arte nasce nel 2018, se non sbaglio. Perché era un bel po' di tempo che volevo fare un progetto di scrittura, prevalentemente con l'idea di fatto di mettere a sistema una mia tendenza naturale che è quella di mettere bocca su tutto quello che mi capita a tiro.

Io tipo tempo fa avevo fatto un progetto musicale, insomma vabbè, quando mi piaceva anche occuparmi di musica e avevo trovato questo titolo che era "La costante e non richiesta di vibrazione dell'universo" quindi tutto quello che ti arriva dall'universo senza che tu l'abbia chiesto e non ci puoi fare niente, arriva là e quindi io diciamo con anche con un moto di notevole arroganza ho detto: "Vabbè, facciamo questa cosa non richiesta."

Iride: Ti faccio un'altra domanda giusto per proseguire su questo. Hai accennato che avevi un progetto musicale. Era il periodo in cui ascoltavi anche Calcutta e andavi fieramente ai suoi concerti o era un periodo precedente?

Le Recensioni Non Richieste: Il periodo era un po' quello, però era molto precedente.

Io ho cominciato a suonare il pianoforte quando ero bambino, perché mio padre è polistrumentista, suona in una band e quando ero molto molto piccolo, ma veramente prima che io riuscissi a ricordarmelo, mi portava in giro e lui andava per sagre.

Lui suonava per sagre di paese, lui è bassista e mi portava in giro a cantare. Era un po', la quota, diciamo quella divertente in cui stavo lì ogni tanto cantavo delle canzoncine con tutto il gruppo. Insomma, la gente si divertiva e quindi io sono stato un po' abituato sempre a stare su un palco, mio malgrado, perché poi neanche io ho richiesto in qualche modo le cose che faccio e poi diciamo che mi sono un po' appassionato di musica elettronica, facendola malissimo. C'è stato un periodo mi sa che era tra il 2005 e il 2010 in cui con un mio amico, che invece è tecnico del suono e un altro amico che faceva il chitarrista, ci incontravamo ogni tanto a fare dei pezzi che poi nel grande classico non sono mai stati fatti live.

Perché non ci chiudevamo a fare queste cose qua in era più divertente farlo fra di noi, insomma, in poche parole.

Iride: Troviamo ancora questi tuoi pezzi da qualche parte?

Le Recensioni Non Richieste: Spero di no, mi auguro, mi auguro di no, c'era Myspace un tempo, perché comunque sono vecchiotto e però sì, sono stati pubblicati pochi. In realtà ci dovrebbe essere, c'è stato un altro progetto che ho fatto, che era quello di intristire al pianoforte della musica dance del Novanta tipo: The Night is Magic, eccetera eccetera.

Quella sta su YouTube, ma non te la farò vedere mai.

Iride: Come hai iniziato a fare stand up e che cosa ti ha portato su quella strada?

Le Recensioni Non Richieste: Io ho cominciato con il blog nel 2018 e era subito collegato ad un account Facebook. L'account Facebook è stato quasi subito massacrato da Meta in più momenti, insomma, a causa dei miei contenuti e quindi ho detto: "Vabbè, andiamo su Instagram." E all'epoca Instagram mi sa che non era ancora collegato tramite Meta, non era stata acquisito da Zuckerberg, comunque non mi ricordo però mi sembrava una piattaforma diversa.

Quindi sono approdato su Instagram, nel 2019 e anche lì ho cominciato ad avere delle mazzate tipo a racimolare delle violazioni una appresso all'altra e mi son detto: "Boh, forse è il caso che magari comincio a uscire."

Poi nel frattempo nel 2022 ho cominciato a fare la Rassegna Stampa non Richiesta, che era questo appuntamento settimanale in cui io commentavo le notizie in forma di satira e da lì è venuta piuttosto naturale perché mi son detto: "Vabbè, questa è roba già fatta e finita."

Dopo un anno circa di rassegna stampa, ogni settimana, avevo accumulato sufficiente materiale per fare uno spettacolo intero e sulla spinta anche di Frad, che avete invitato, insomma, qualche settimana fa e visto che lei aveva già cominciato da qualche mese ho fatto:" Vabbè, allora lo voglio fare anch'io."

Anche perché con Frad abbiamo un po' questo rapporto da sorella, insomma, che almeno io, ogni tanto quello che fa lei, lo voglio fare pure io.

E quindi mi sono detto:" Vabbè, lo voglio fare pure io."

Però questo non glielo diciamo. Ops, è già stato registrato. Bene.

Iride: Lo scoprirà, lo scoprirà ascoltando questa intervista. Quali erano i temi che ti hanno provocato sospensioni e problemi con Instagram e Facebook?

Le Recensioni Non Richieste: Allora diciamo che inizialmente su Facebook io mi sono cominciato ad occupare, perché poi il progetto di Le Recensioni non Richieste non aveva un focus sulle tematiche LGBTQ+ all'inizio e trattava appunto qualsiasi cosa, come tu hai ricordato.

C'era anche una recensione su un concerto di Calcutta che mi piace eh, ripeto, armonicamente molto bravo.

Però quel live fu tremendo e meritava insomma, che fosse fissato in qualche modo. Almeno nella mia memoria.

Iride: Quali sono i temi che ti hanno provocato censura?

Le Recensioni Non Richieste: E quindi inizialmente non mi occupavo di quello. Quando ho cominciato a parlare invece di chiamate LGBTQ+, io utilizzo un linguaggio molto diretto e quindi di fatto e soprattutto sono dell'idea del concetto di riappropriazione dei termini.

Quindi io mi chiamo non so se posso usare il termine qua apertamente frocio e quindi lo scrivevo candidamente anche su Facebook.

Facebook non conosce i contesti, non accetta i contesti e quindi inizialmente le prime mazzate arrivavano proprio per l'utilizzo di termini, diciamo di questo tipo.

Altre volte, invece, per esempio supportando la causa curda per Facebook la cosa è automaticamente "Istigazione al terrorismo", su questo peraltro dovremo prima o poi cominciare a parlare seriamente di cosa considera terrorismo meta e poi, a parte le violazioni c'è stata anche, diciamo insomma

Posso appuntarmi sul petto una minaccia di querela e da parte di non faremo il nome, ma è una celebre agenzia di onoranze funebri, insomma, che mi scrisse in privato e mi disse:"Rimuovi questo contenuto entro ventiquattro ore, altrimenti prenderemo provvedimenti."

E io mi sono detto:" Boh, io sono precario, insomma, guadagno niente." Quindi ho detto:" Okay, lo rimuovo."

E quindi diciamo che sono più o meno questi contenuti.

Un altro contenuto, mi ricordo, in cui spiegavo Piazzale Loreto, e dicevo, insomma, a un certo punto, che uccidere un dittatore appenderlo per i piedi è giusto. E quello pure fu considerato istigazione alla violenza. E chissà cosa avrebbero pensato i partigiani,

insomma, sarebbero stati censurati anche loro, probabilmente da Meta. Eh sì, più o meno questi qua sono i temi.

Iride: Secondo te perché questi tipi di temi sono così difficili da da discutere pubblicamente?

Le Recensioni Non Richieste: Per quale motivo dici? Beh, allora secondo me sulla parte politica, quindi la questione del terrorismo, cosa viene considerato istigazione alla violenza, sicuramente ha a che fare con come noi nel cosiddetto Occidente, concepiamo comunque blocchi di interesse, per cui, per esempio, i Curdi, quando ci fermavano l'Isis, diciamo, nel Rojava ci andavano comodi, poi però, dal momento che abbiamo dei grossi rapporti economici e commerciali con la Turchia di Erdogan, sono diventati dei terroristi.

Lo sono sempre stati dai tempi di Öcalan, insomma. Così come anche altre tematiche.

Sulla questione di Mussolini onestamente non lo so, visto che dovremmo essere un Paese felicemente antifascista, ma visto il governo che abbiamo e viste anche le diatribe inutili che ci sono state anche sulle leggi, insomma no?

E sull'apologia del fascismo quindi c'è un secondo me un blocco di interesse geopolitico che poi si traduce banalmente a livello di cultura e più in generale, secondo me, proprio come è fatto Meta e come sono fatte le piattaforme social, perché si comportano come se fossero, comunque di fatto sono, degli spazi pubblici, però si comportano come delle aziende private. Quindi comunque hanno delle policy assolutamente non trasparenti, fanno un po' come gli pare e ci ricordiamo lo scandalo Cambridge Analytica e quindi in qualche modo anche Meta ha i suoi bei interessi. E quindi probabilmente ci sono comunque una lista di cose che non si possono dire, che noi non conosciamo e che scopriamo man mano quando Meta ci ciocca, ci becca, ci sgama. Ecco, ci ciocca vuol dire quello.

Iride: Una delle caratteristiche della stand up comedy è non avere peli sulla lingua. Lo fai tu, lo fanno molti tuoi colleghi italiani. Credi che questo tipo di problemi arrivino principalmente a te?

È una cosa diffusa per chi fa Stand up in Italia?

Le Recensioni Non Richieste: Allora io ho bisogno di fare un po' una grossa distinzione. Perché il fatto che la satira non abbia peli sulla lingua parliamone un attimo, nel senso che la satira come diceva Luttazzi informa, deforma, fa quel cazzo che le pare oppure, come diceva anche Dario Fo, è una forma assoluta di teatro. L'unico limite della satira è il giudizio morale dell'autore che fa satira, in sostanza.

Però, secondo me c'è una regola fondamentale nella satira, che è quella del punching down, cioè non si fa punching down e cioè non si colpiscono le minoranze, non si colpiscono le persone rispetto alle quali tu hai una posizione di privilegio.

Quindi io farei un po' una distinzione fra satira e satira, con il rischio anche di sembrare un po' 'sto cazzo, perché dico:"Vabbè, mi posiziono automaticamente in una posizione diversa."

Però anch'io ho pestato qualche merda in passato, perché l'idea è quella che non finisci mai di decostruirti.

Però per me tipo l'autore di stand up o di satira che fa il pezzo contro le donne trans prendendole in giro, oppure sui neri oppure roba del genere, è una roba vecchia, anni Ottanta, superata e che dovrebbe di fatto comunque semplicemente essere sottoposta al giudizio personale di chi la fa. Se non lo fai è un po', un problema tuo. Sei fuori dalla storia. Quindi il fatto che la satira possa dire quello che gli pare non sono molto d'accordo.

O meglio, puoi dire quello che ti pare, però insomma, anche basta, nel senso noi quando parliamo di Queer Comedy insieme a Simonetta e a Frad, facciamo spesso questa piccola premessa, diciamo:"Qual è la differenza tra la Queer comedy e la Stand up comedy?".

Nella Stand up comedy c'è un uomo che parla del suo cazzo, nella Queer comedy c'è una donna trans che parla del suo cazzo. Quindi in qualche modo, secondo me quando fai satira ti posizioni politicamente a prescindere.

Quindi, tornando alla tua domanda, sì, secondo me chiunque fa stand up o satira, dal momento che comunque molto spesso vai anche a cercare il tabù, puoi andare incontro sia a censure, ma anche insomma alle shitstorm che ci possono stare sul un altro strumento, diciamo, involontario dei social o più o meno volontario.

Però secondo me ci deve essere un limite, che è quello della legge morale dentro di me.

Non puoi fare come cazzo ti pare solo perché stai facendo satira, secondo me, anzi hai un compito politico preciso.

Iride: Chi fa satira con un altro approccio spesso è premiato, va in tv, ha dei programmi televisivi su importanti piattaforme, alcune volte, soprattutto negli Stati Uniti, diventa milionario. La Queer comedy riesce a ritagliarsi uno spazio pubblico, c'è abbastanza pubblico, interessato a questo tipo di ragionamento e che tipo di risposta ha il pubblico quando si accorge che fate qualcosa di diverso?

Le Recensioni Non Richieste: Partiamo dal presupposto che secondo me la Queer comedy non è semplicemente una persona LGBTQ che fa stand up comedy.

La Queer comedy è un tipo proprio di rovesciamento, ribaltamento del punto di vista rispetto a quello che stai ascoltando.

Nella Queer comedy il nemico è il potere, è come nella satira.

Però il nemico è il cis-etero-patriarcato, il nemico è la mascolinità tossica, eccetera eccetera. quindi negli Stati Uniti c'è un certo movimento di Queer comedy. Ora non mi ricordo bene il nome però c'è stato addirittura una sorta di festival o roba del genere, dedicata alla Queer comedy. Andiamo sempre un po' a trarre dagli Stati Uniti, ma perché di fatto la stand up l'hanno inventata loro ci piaccia o no, in quella forma lì, che noi andiamo cercando, perché poi se andiamo a vedere quella che noi chiamiamo Cabaret è un altro paio di maniche, quindi lo spazio te lo prendi piano piano, devo dire che negli ultimi anni, da quando abbiamo iniziato noi a farla e comunque di fatto la richiesta è tanta, però prevalentemente negli spazi nostri, negli spazi LGBTQ+ che quindi hanno cominciato a parlare quella lingua lì.

Siamo uscite anche fuori, comunque da quei circuiti e lì è stato molto interessante. Ogni tanto abbiamo trovato delle facce, diciamo esterrefatte.

Ogni tanto abbiamo avuto delle proteste da parte del pubblico che magari ci urlavano cose contro con cui non erano d'accordo e però mi rendo conto che piano piano la cosa sta diventando sempre più accettata.

Ormai se dici Queer comedy negli spazi in cui si fa anche Stand-up comedy classica, sanno di che stai parlando. Quindi in qualche modo e chi come noi in Italia almeno sta facendo questa cosa, sta provando in qualche modo a presentare questo nuovo oggetto strano per gli spazi della stand Up comedy.

Ci siamo anche sentiti dire:" Ma che bisogno c'è di fare la Queer comedy, è sufficiente fare la classica cosa, no?" Che ci ghettiziamo. La risposta è: "Tesò, se non sai per quale motivo c'è bisogno, sei un privilegiato. Quindi lavoraci, per favore."

Iride: Forse sono è un po' parte del problema, mi viene da aggiungere.

Hai menzionato il cabaret come forma di comicità molto differente rispetto a quella che fai, ma molto italiana in qualche modo. Quali sono le tue fonti di ispirazione?

Le Recensioni Non Richieste: La premessa è che sono nato nell'81, quindi comunque sono stato formato prima e forzatamente da quelle robe tipo Bagaglino, robe del genere, quando ero bambino, che ovviamente non mi convincevano.

Poi finalmente nei primi anni Novanta sono arrivati quelli che sono i miei capisaldi, che sono Luttazzi, Benigni, Grillo (prima di impazzire) che è stato uno dei più grandi autori e attori di stand up e di satira in Italia, Paolo Rossi, Luciana Littizzetto stessa, che quando stava nella scuderia della Gialappas ha fatto delle cose molto interessanti, tutta la scuola della Gialappas, i Broncoviz, in cui c'era anche Crozza, per esempio, Carla Signoris.

E quindi in qualche modo la mia formazione appartiene alla Stand-up, alla satira degli anni Novanta, primi Duemila, che poi di fatto è scomparsa misteriosamente, nel 2002 dopo l'Editto Bulgaro di Berlusconi.

Insomma, io identifico un po' quel momento come momento in cui avevo smesso di fare quel tipo di satira.

Iride: "Il gender esiste e va rivendicato". Lo scrivevi ormai un paio di anni fa. Che cos'è per te il gender e che cosa rivendichi?

Le Recensioni Non Richieste: Dentro la nostra comunità c'era un po' questo mantra del dire: il gender non esiste. Questo perché, dal momento che era comunque uno strumento molto pericoloso, molto appuntito, in mano soprattutto alla Chiesa e alla parte reazionaria del paese, oggi uno dei massimi esponenti è la ministra Roccella, per esempio di questo modo di pensare, peraltro un esponente molto autorevole e purtroppo per noi molto intelligente. Quindi all'epoca noi dicevamo:" Il gender non esiste, è un'invenzione, un costrutto."

Invece secondo me va rivendicato ed esiste. Io sostenevo questa cosa, perché comunque dire che non esiste automaticamente ti vai a porre in una posizione retorica di inferiorità o comunque di sudditanza rispetto a quel tipo di ragionamento.

Se tu mi dici:" Tu appartieni a questo gruppo politico terrificante che sta distruggendo la santità della famiglia." E io ti rispondo:" No, non esiste questa cosa."

Mi metto in difensiva. Invece ti devo dire:" Sì, la famiglia tradizionale è in pericolo, la sto mettendo in pericolo io e c'è un motivo per cui la sto mettendo in pericolo, è una ragione politica. Quindi il genere esiste e va rivendicato in quel senso lì, quello che la chiesa vede quando parla di gender esiste, siamo noi, sono i nostri corpi e sono anche le nostre posizioni politiche e il fatto che questa cosa, secondo i reazionari, stia mettendo in crisi la forma tradizionale della famiglia, dobbiamo rivendicarcela e dobbiamo esserne orgogliosi, perché è una cosa che è utile fare anche per le persone non LGBTQ.  

Iride: Spesso nelle tue riflessioni c'è un un peso politico molto forte. Nel modo in cui tratti alcuni argomenti è chiaro che hai delle idee ben definite su alcuni temi e vuoi che venga trasmesso un messaggio molto chiaro, ma hai deciso di farlo attraverso la Stand up, che è una scelta insolita.

Che cosa ti ha portato a prediligere questo mezzo espressivo?

Le Recensioni Non Richieste: Allora la premessa è che io non penso che la Stand up da sola possa fare politica neanche quando la fai a livello super politico. La Stand up riesce a fare politica nel momento in cui si inserisce in altri circuiti che fanno politica territoriale. Io infatti sono anche diciamo attivo nella politica territoriale e sotto diversi aspetti lo sono stato, insomma più o meno da quando ho cominciato al liceo, a fare le classiche occupazioni che negli anni Novanta però le faceva, la Pantera, quindi, insomma, era proprio un'impostazione un po' diversa.

Anche le occupazioni che ci sono adesso, soprattutto nei licei romani, a partire dal Mamiani, sono molto interessanti e vanno seguite molto attentamente.

Ho scelto la satira perché io quando ero ragazzino e sentivo Beppe Grillo e massacrare per esempio la Tim o la Parmalat, cioè toccare comunque delle cose apparentemente intoccabili, oppure Luttazzi fare un intero spettacolo contro Berlusconi quando non si poteva neanche provare a nominare o anche, per esempio, un altro che non ho citato è Guzzanti, ovviamente tutta la scuderia di Serena Dandini a me è cambiato qualcosa nel cervello, cioè io ho capito che certi temi si potevano trattare, ho capito che c'erano persone che la pensavano in quella maniera e che si può dare voce ad una cosa magari che ti frulla in testa ma che non riesci in qualche modo a trasmettere in parole.

La satira secondo me ha quel compito molto importante che che prova ovviamente in maniera molto umile, naturalmente, a dare un linguaggio comune ad una serie di problematiche che le persone percepiscono ma che magari non hanno mai nominato e quindi la componente politica è quella.

Poi ovviamente bisogna sporcarsi le mani, cioè non si può sperare di stare su un palco e cambiare il mondo. Io non penso che l'arte cambi il mondo di per sé.

Iride: Hai citato una serie di artiste e di artisti degli anni Novanta che andavano in TV in prima serata a raccontare certe cose, a scagliarsi contro Craxi, contro la chiesa, contro una serie di poteri e di entità decisamente ingombranti. Pensi che sia possibile oggi fare ancora quella cosa e ti vedi tra qualche anno, in prima serata su Rai 1, a fare quello che qualche anno fa quei comici e quelle comiche facevano?

Le Recensioni Non Richieste: Allora io ogni tanto quando sto nel chiusetto della mia stanzetta con Frad, con cui ci confrontiamo spesso su queste cose e le confesso, le dico insomma:"Io vorrei riportare la satira in Italia." E ovviamente non penso di riuscirci di farlo, dal momento che comunque boh vado per centri sociali oppure per locali Queer e quindi ovviamente per me la satira è una roba nazionalpopolare, nel termine più pulito, puro e nobile. Deve finire in televisione. La satira deve parlare a più persone possibili e quindi di fatto a me piacerebbe, mettiamola così. Non necessariamente io, ma quello che faccio io, ricominciasse a infiammare in qualche modo gli spazi della Stand up, perché la Stand up di suo non fa esattamente satira.

Sono due cose un po' diverse, no?

Cioè tu stai comunque in piedi con un microfono, ma sono due linguaggi molto differenti. Mi piacerebbe che si ricominciasse, perché comunque tutta quella roba lì che si citava prima è finita improvvisamente, veramente fra il 2002 e il 2004.

Ci sono stati gli ultimi programmi storici meravigliosi come "Il caso Scafroglia" di Guzzanti, che è un capolavoro assoluto c'è stata "Riot" di Sabina Guzzanti, che è finito su La7 e sono stati gli ultimi rantoli di questo genere televisivo che andava fortissimo in Italia.

E io, come ti dicevo prima, la identifico un po' nell'editto bulgaro di Berlusconi, quello che nel 2002, in cui per la prima volta un presidente del Consiglio nominava pubblicamente tre persone a lui sgradite e c'erano Biagi, un giornalista, Santoro, un giornalista e Luttazzi, un comico.

Da quel momento, per chi faceva quel tipo di satira, cioè la satira, quella che intendo io è quella che fa i nomi e cognomi, cioè non che dice, che ne so:" il potere fa schifo." Oppure tipo:" L'italia non ha fatto questa cosa a livello europeo."

No, no, no: "Giorgia Meloni non ha fatto questa roba a livello europeo, Salvini ha bloccato i porti."

Bisogna fare nomi e cognomi. Quel tipo di satira lì ha cominciato a farsela addosso secondo me legittimamente, perché le conseguenze erano molto, molto grosse.

Mi ricordo che Luttazzi nel 2001 raccontava di aver avuto una serie di denunce da Mediaset, da Fininvest per tipo cento miliardi, una cosa del genere, una cosa fuori di testa.

Chi se l'accolla? Chi se l'accolla per stare su un palco e avere sì comunque riscontro, magari anche soldi, nel caso di quelli grandi, ma chi se l'accolla?

Iride: La Stand up, spesso, parte dall'esperienza personale dell'artista che è sul palco. Non sempre, ma è uno degli strumenti principali che vengono utilizzati.

Pensi che sia possibile essere nazionalpopolari e quindi fare un discorso a un pubblico quanto più esteso possibile, partendo dall'esperienza di una persona che fa parte di una comunità molto ridotta, molto piccola?

Le Recensioni Non Richieste: Allora io penso sempre sulla scia di Luttazzi, Grillo ai tempi d'oro, che il pubblico semplicemente recepisce quello che gli dai e quindi se tu lo riempi di merda, lui prende la merda, se tu lo riempi invece di contenuti... c'era il famoso periodo della Rai dei professori no?

Nei primi anni Novanta, che erano gestiti comunque da persone che avevano inteso il servizio pubblico come un servizio di promozione culturale, i contenuti erano altissimi.

Venivano fatti programmi che promuovevano la lettura e avevano successo. Quindi io penso che anche i nostri temi, che sono molto di nicchia, che spesso ci dicono:"Ma guarda che non vi capiscono se parlate di transfemminismo."

Non è vero, se lo senti dieci volte "transfemminismo", poi lo capisci che vuol dire, puoi capire tutto. 

Iride: Oltre a Le Recensioni Non Richieste, alla tua Rassegna Stampa settimanale sui fatti di attualità e ai tuoi spettacoli teatrali spesso una delle parti più divertenti del tuo lavoro sono le tue risposte ai commenti sui social. È una delle mie passioni andare a sbirciare le tue risposte ai commentatori sui social e in particolare una categoria di persone che risponde spesso al tuo lavoro sono i cattolici e chi in qualche modo si identifica come appartenente alla comunità cattolica.

Secondo te perché c'è questa reazione così forte? E come mai hai deciso di parlare spesso di Cattolicesimo all'interno del tuo lavoro?

Le Recensioni Non Richieste: Allora la Chiesa è uno dei temi classici della satira.

Da sempre, dai tempi di Boccaccio, la chiesa e lo stato sono quelli gli elementi di cui devi parlare.

In italia la chiesa comunque è ancora adesso, nonostante papa Francesco abbia dato questo maquillage, un po' da pupazzetto simpatico, da tuo nonno, insomma che ti fa le coccole e comunque rimane un centro di potere gigantesco, enorme, che ha un'influenza fortissima anche sui decisori, e la chiesa inoltre a noi persone LGBTQ+ non ci ha fatto vivere una bellissima vita.

Nonostante ripeto, abbiamo papa Francesco Bergoglio che comunque fa queste aperture che io vedo completamente di marketing quando per esempio distingue i gay buoni dai gay cattivi? No? Ragazzi LGBTQ+ buoni da quelli cattivi.

Quando tempo fa diceva:" Il gender è il male assoluto.", riferendosi alle persone trans. "Ma non parlo dei gay."

A me non me ne frega niente che mi stai salvando caro mio, o ci pigli come pacchetto o te ne vai a fanculo liberamente. Quindi di fatto per me la chiesa rimane uno dei principali obiettivi e sempre perché sono un vecchiaccio maledetto, ai miei tempi c'era comunque un forte anticlericalismo che ora si è perso un po', io lo vorrei recuperare, perché dobbiamo ricordarci che i nostri nemici hanno avuto e hanno ancora adesso nomi e cognomi.

Le persone cattoliche di fede che si affacciano sulla pagina e si lamentano, secondo me perché, ne parlo troppo poco, quindi magari sono magari un po' del PD, sono di sinistra che ne so io, quindi dicono:" Ah simpatico questo che piglia per il culo Giorgia Meloni."

Poi gli arriva la mazzata sul cattolicesimo, rimangono un po' così. A me succede spesso questa cosa, perché magari i miei contenuti sono talmente eterogenei che uno entra e poi si accorge che invece ho beccato qualcosa che gli sta a cuore e se ne esce come è entrato.

E inoltre c'è un po' questo vittimismo tipico delle persone cattoliche in Italia, per cui ti dicono, almeno una delle ultime cose mi hanno detto:" Ah, allora perché non attacchi l'islam?"

Perché non vivo in un posto in cui l'Islam, di fatto, è un oggetto di oppressione per me. Se fossi una persona che vive in un paese in cui l'islam è comunque è un elemento di oppressione, farei questo in maniera molto più rischiosa, ovviamente, parliamoci chiaro, perché non è che siamo scesi dalla montagna del sapone, però farei questo, quindi non mi occupo di quello.

Quindi sì, mi diverte molto perché c'è questo vittimismo delle persone cattoliche, come se non si rendessero conto di aderire a un sistema di potere gigantesco.

Sulla questione però della religione mi hai acceso una lampadina, perché spesso mi dicono:" Ah, perché tu stai negando il diritto alla spiritualità." Io un tempo se seguendo le orme della satira, quella classica: sì, io mi dichiaro ateo, non agnostico.

Per me Dio non esiste. E se tu sostieni che Dio esiste, parliamone un attimo. Però stai sostenendo una stronzata grossa quanto una casa e quindi per me, io mi sento in diritto di dirti che il tuo intero sistema di credenze si basa su delle stronzate. Poi con il tempo mi sono molto ammorbidito, nonostante non sembri, non mi ritengo agnostico e non mi piace neanche il modo in cui molte persone utilizzano il concetto di agnosticismo, perché secondo me non l'hanno capito, perché agnosticismo non vuol dire:" Va bene tutto." Vuol dire:" Non mi pongo il problema perché non ho l'arroganza di dire se Dio esiste o non esiste."

Però poi nelle questioni di potere ci devo entrare. Altrimenti vuol dire che sei democristiano, anzi un ignavo, figure che spesso coincidono.

Iride: Stai lavorando molto in giro anche per l'italia, non solo a Roma, dove hai iniziato un po' la tua carriera teatrale. Si riesce a vivere di satira e di Stand up in Italia?

Le Recensioni Non Richieste: Allora io sono un esempio un po' sbagliato, perché io ho il privilegio di poter scegliere le serate che faccio e infatti ne faccio relativamente poche, nel senso che io riesco a reggerne massimo due al mese. Quando ne ho fatte tre al mese ho dovuto veramente penare, perché io ho un lavoro a tempo pieno, il mio day job, come dicono negli Stati Uniti, un lavoro a tempo pieno e che di fatto mi impedisce sia di scrivere perché comunque quello che facciamo noi richiede il tempo della scrittura, che ti siedi e scrivi.

La scrittura arriva pure mentre stai aspettando il bus e sia anche poi di preparare i pezzi, di organizzarli e tutto il resto.

Quindi io sono privilegiato perché ho un lavoro a tempo pieno che mi dà da mangiare e quindi per me La Stand up comunque, è un di più che comunque non mi dispiace affatto, insomma, cioè mi permette, mettiamola così, di avere qual qualcosina in più.

Ho delle amiche, degli amici che fanno Stand up in maniera professionale e che ci riescono a campare, però non riesci a camparci bene, perché comunque molto spesso ti pagano poco, perché poi il tuo lavoro, a meno che non ti fai, in qualche modo accompagnare da un agente, il tuo lavoro, dipende molto dalla promozione che fai di te stesso.

Non tutti si possono permettere l' agente, poi c'è questa dittatura, un po' dei social, per cui magari gli agenti ti contattano soltanto se superi una certa soglia di follower.

Quindi è un po' complicato. Io credo che non si campi di Stand up oggi in Italia. Però dovresti chiederlo a qualcuno che lo fa più frequentemente di come lo faccio io.

Iride: Oltre alla stand up, hai anche un lavoro a tempo pieno. Di che cosa ti occupi?

Le Recensioni Non Richieste: Io sono uno psicologo di comunità, cioè vuol dire quelli psicologi che non guadagnano soldi, insomma, in sostanza quelli poveri. Perché ho questa passione per la povertà, insomma, a quanto pare ci lega in qualche modo.

Psicologo di comunità vuol dire che anziché lavorare direttamente con le persone, una per una, lavoro con i contesti, quindi cerco comunque di creare reti, creare comunque connessione all'interno del territorio in cui lavoro e per il benessere delle persone che vivono all'interno di questi contesti. Lavoro molto nelle scuole e lavoro anche, diciamo in termini di educativa di strada.

Io lavoro per un circolo Arci.

Infatti la mia prima militanza, insomma, quella più strutturata è quella associativa, insomma, all'interno del terzo settore e mi occupo soprattutto di educazione, anche da lì, insomma, è nata un po' la mia idea che attraverso comunque la parola si possa incidere su qualcosa e si possa provare a fare qualcosina.

Iride: Parlando di chi lo fa più frequentemente di come lo fai tu, la Queer Comedy riesce a entrare in relazione con il circolo degli "standupper" che in questo momento in Italia invece è parecchio frizzante. Ci sono moltissime persone che stanno intraprendendo quella strada e che hanno, in alcuni casi, anche un discreto successo nazionalpopolare come raccontavi prima.

Le Recensioni Non Richieste: Ma in realtà è la Stand up in Italia, ma in particolare a Roma si comporta in maniera un po' come sistema chiuso, mettiamola così.

Cioè si conoscono tutti, è un po' difficile emergere se non ti fai tutta la gavetta degli Open mic, c'è tutto quanto il percorso che in qualche modo va fatto. E mi rendo conto che quando le persone queer LGBTQ+ riescono ad entrare all'interno della Stand up classica, in qualche modo devono un po' rinunciare all'aspetto della Queer comedy.

Quindi magari che ne so, o portano la loro esperienza come persona LGBTQ+, ma magari sono un po' più timide nel parlare della questione politica. Oppure è più difficile emergere da quel punto di vista.

Però credo che sia pure come funziona la Stand up, cioè quello è un problema che in Italia non c'è più la satira. Quindi la Stand up è quasi tutta di situazione.

Quindi di fatto una persona che fa Stand up, che fa politica, è molto difficile da trovare. Invece la Queer comedy è compiutamente politica, quindi immagino che sia un po' più difficile per la Queer comedy, al momento, entrare nel circuito della Stand up classica, così com'è senza in qualche modo entrare in qualche compromesso e adeguarsi un po' al linguaggio.

Iride: Come nasce il tuo lavoro? E che tipo di percorso creativo hai.

Le Recensioni Non Richieste: Diciamo che ci sono due blocchi differenti: la parte di satira, quella vera e propria su la Rassegna Stampa non Richiesta, quindi la parte sulle notizie di fatto, è un po' più metodica.

Io mi siedo, quando devo farla, prendo le notizie principali, magari nel corso della settimana me le raccolgo, le leggo, le elaboro e ci butto giù le battute e mentre io porto in giro anche altri pezzi che potremmo definire più di queer comedy, quindi comunque che hanno più a che fare con la mia identità, in quanto uomo gay e in quanto persona, insomma non etero, queer, eccetera eccetera, quelle invece sono mi vengono più appunto quando meno te l'aspetti, perché in realtà quella è più di situazione. Cioè la satira, la Stand up di situazione, quella in cui racconti la tua vita, la tua esperienza oppure che hai notato qualcosa che ti ha fatto ridere, secondo me ti viene vivendo.

Quindi a volte io sto lì col col telefono che tipo da un momento all'altro mi devo segnare una cosa e poi c'hai una marea, almeno io ho una marea, una nuvola di battute e di concetti che poi quando c'ho un attimo di tempo butto giù e ci faccio il pezzo. Quindi sono due cose, un po' diverse, perché sulla satira, sulla parte satira che faccio io, che si basa sulle notizie, è un po' più facile perché ho la guida di quello che accade.

E poi grazie a Dio questo governo in particolare ha degli elementi comici naturali, quindi faccio poca fatica, insomma, a infilarmici da questo punto di vista.

Di fatto preferisco più parlare degli aspetti identitari che dei singoli provvedimenti. Mi viene in aiuto il fatto che la satira, a differenza della Stand up classica, non ha bisogno di fare premessa - battuta, premessa - battuta.

La satira può anche farti stare male. La satira può anche raccontarti delle tragedie incredibili e decidere di non metterci la battuta. Cioè la satira non è necessariamente uno strumento comico. La satira è uno strumento che utilizza il paradosso ed è violento in qualche modo, anche verso te che lo ascolti. Quindi non è necessario tirar giù la battuta, per esempio, non è necessario farlo per per forza deve essere proprio la situazione che tu hai notato che magari pensi che gli altri non abbiano notato ed è quello. Nel momento in cui tu la poni in quella maniera e confezioni comunque la routine e hai fatto, almeno per come la vedo io, hai fatto il pezzo di satira, insomma.

E poi le battute ce le ficchi giusto per magari cambiare un po' il ritmo e quindi più che concentrarmi sui singoli avvenimenti, preferisco parlare dell'aspetto politico ampio di questo governo, quindi di quello che loro rappresentano, anche perché il rischio banalità è molto alto, giustamente, perché poi, appunto, che ne so, ti faccio l'ultimo esempio: ora la ministra Roccella se n'è uscita con questa dichiarazione dicendo che la "teoria gender" è il nuovo patriarcato, una roba del genere e tutti quanti a memare su questa cosa e io detesto fare cose che hanno già fatto altre persone e poi mi sono andato a vedere bene la notizia in realtà non dice questo.

Lei fa un discorso molto serio e molto ben confezionato, in cui di fatto fa un discorso da Terf.

Cioè lei dice:" La teoria gender cancella le donne."

Quindi la battuta che mi verrebbe da fare in questo caso non è tanto la Roccella ha detto che il gender è il nuovo patriarcato. La battuta che mi verrebbe da fare è:" Regà se, avevamo bisogno di una prova che le Terf sono fasciste o comunque sono di estrema destra, ce l'abbiamo, ce l'abbiamo."

Perché questo governo di estrema destra utilizza gli stessi identici postulati. Anche quando l'otto marzo Giorgia Meloni fece quell'intervista al settimanale Grazia, cioè quello è il linguaggio da Terf, quindi cerco comunque in qualche modo di prendere la notizia, capire come la stanno affrontando tutt* e rovesciarla. E per me quello è già compiutamente un lavoro della satira.

Iride: Uno degli obiettivi che tratti che attacchi spesso durante i tuoi spettacoli sono i gay di destra.

Che tipo di reazione hanno quando malauguratamente si ritrovano soggetto delle tue battute?

Le Recensioni Non Richieste: Molto brutta, infatti c'è il reel, il post su Instagram in cui c'è quel pezzettino poco isolato, perché poi quel pezzo fa parte del il mio spettacolo intero sulla Rassegna Stampa non Richiesta, perché c'è tutta una parte che parla del Pride e poi c'è quel pezzo lì a compendio, come ti dicevo prima, c'è la notizia e poi la battuta la metto anche, a volte per decomprimere e là sotto ho trovato di tutto.

Ho trovato di tutto: che in realtà noi siamo i primi che discriminano, le peggio cose, quando in realtà il punto su cui dovresti concentrarti su quella battuta, non è tanto il fatto che se sei gay puoi essere destra o meno, lo puoi essere eccome, però è proprio il paradosso del non rendersi conto che stai aderendo ad un sistema politico che ti opprime e ti opprimerà per sempre.

E tu di fatto comunque accetterai quella roba se ci stai dentro. È come il calabrese che vota Lega, capito? Cioè la stessa cosa una donna cattolica, quindi sono quelle contraddizioni su cui mi piace puntare il ditino e dare un po' fastidio.

Iride: Poco fa dicevi che la satira deve essere violenta nei confronti di chi la ascolta.

La violenza verbale è lo strumento che hai deciso di utilizzare per trasmettere certi messaggi o è venuto un po' naturalmente, nel momento in cui sei salito su un palco?

Le Recensioni Non Richieste: Allora la violenza verbale, che non so neanche se mi piace chiamarla così, perché il target della mia violenza non è chi mi ascolta, ma è chi sto punzecchiando e chi sto attaccando. Quindi chi detiene il potere in qualche modo. Però anche chi mi ascolta se la pensa diversamente da me.

Quindi in effetti sì, ci posso pure stare, dai, ho cambiato idea. Questa roba di fatto è nata comunque già dal blog, perché un altro dei miei capisaldi assoluti è South Park. È una delle cose più belle mai fatte dall'essere umano, con tutto che ha degli elementi di problematicità enormi, ci sono delle puntate di cui non potremmo parlare oggi noi in maniera così fiera.

Però South Park utilizzava quel tipo di violenza per massacrare lo status quo. Quindi a volte lo status quo lo devi buttare giù, perché molto spesso lo status quo lo butti giù con violenza.

Il muro lo butti giù con una gru e quindi ogni tanto bisogna fare le gru.

Iride: Nei prossimi mesi ti vedremo in altri spettacoli. Hai qualcosa in cantiere di cui ci vuoi parlare?

Le Recensioni Non Richieste: Allora la rassegna stampa non richiesta c'ha questa fortuna, che è uno spettacolo virtualmente infinito, dal momento che comunque parla di attualità, si divide in tre blocchi. La prima parte è sul governo, la seconda politica internazionale e la terza notizia del passato. Quindi virtualmente può essere portato avanti all'infinito perché non è un monologo che fai sempre uguale per un anno e potevi cambiarlo in qualche modo.

Tant'è che da ottobre dell'anno scorso a adesso, quindi è passato più di un anno, è cambiata per più della metà. Più della metà è completamente cambiata perché alcune notizie sono invecchiate, altre non sono più queste, ne sono sbucate altre secondo me più rilevanti, più importanti e quindi quella comunque secondo me nel Duemilaventiquattro la continuerò a portare.

Ho bisogno di riposarmi un po' rispetto alla rassegna stampa, perché comunque ha un altro mood anche nel modo in cui la racconto, quindi farò passare secondo me un paio di mesetti prima di riportarla in giro.

Invece sto lavorando insomma su altri pezzi che poi assemblerò, perché molto spesso noi facciamo così, facciamo dei pezzi piccoli che presentiamo, magari in delle serate in cui ci sono anche altri comic*, altre persone. E poi questi pezzi li metti insieme per farci uno spettacolo di un'ora quando insomma puoi fare lo spettacolo di un'ora.

Quindi per il 2024 conto di ultimare un altro monologo di un'ora più autobiografico, in sostanza.

Il tema è la mia esperienza come come ragazzo gay nel Salento degli anni Novanta e come ho dovuto in qualche modo imparare a decostruire la mascolinità tossica che esiste anche nel mondo gay di cui dobbiamo fare i conti.

Iride: Continuerei a elaborare anche con Fred e Simonetta, oppure...

Le Recensioni Non Richieste: Sì, sì, sì, sì.

Questo questo nostro, diciamo trio comico, questo collettivo di Queer Comedy, comunque, sta andando molto bene, è un anno e mezzo che portiamo le nostre cose in giro.

 Noi ci chiamiamo "Fraciche", okay?

Che è un termine romanesco, insomma, e che non ha bisogno di traduzioni, anche perché non saprei tradurtelo insomma è auto evidente, quindi sicuramente continueremo a fare questa cosa, insomma, abbiamo in serbo delle sorpresine, soprattutto su Roma e quindi degli appuntamenti un po' più fissi.

E poi ovviamente andremo in giro anche per le altre città, insomma, come abbiamo fatto fin'ora.

Iride: Chi volesse scoprire le prossime date, seguire un po' meglio il percorso e gli eventi organizzati da Fraciche, può trovare tutti i link in descrizione sul sito Iride.art.

Grazie mille per essere stato con noi. Potete trovare questa intervista e qualche contenuto speciale, tutti i contatti per andare a scoprire meglio Le Recensioni non Richieste sul nostro sito Iride.art, nei link qui sotto. Per non perdere i prossimi episodi di Iride, potete iscrivervi alla newsletter sul nostro sito Iride.art, seguirci sulle principali piattaforme di streaming tra cui Spotify, Apple Podcast e Google podcast su YouTube e su Instagram.

Grazie ancora e alla prossima!

Le Recensioni Non Richieste: Grazie. Ciao!