Luchadora
Intervista a Luchadora, visual artist
Nella puntata di oggi di Iride la visual artist Luchadora racconta la sua storia e il suo approccio all'arte.
Luchadora spiega come, da persona ally, lavori con la comunità e le associazioni LGBTQ+ supportandole in progetti artistici.
L'artista discute l'importanza di esprimere concetti difficili in un modo accessibile, parla della sua evoluzione come artista a partire dall'università e dai suoi studi di disegno industriale, dall'illustrazione di un libro per bambini che affronta il tema della salute mentale fino alla street art di comunità.
Infine Luchadora riflette sulla sua connessione con Firenze, sull'arte di strada e l'importanza di lavorare su progetti che le piacciono in particolare quelli incentrati sul corpo delle donne e nelle scuole.
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Iride: Stai ascoltando Iride, il podcast che guarda il mondo attraverso gli occhi di artiste e artisti LGBTQ.
Io sono Guido e oggi scopriremo passo a passo il mondo di Luchadora.
Benvenuta.
Luchadora: Ciao, Guido.
Iride: Il tuo nome d'arte deriva dalle lottatrici del wrestling messicano. Che cosa ti affascina di queste donne?
Luchadora: Mi piacciono molto le loro maschere. Mi piacciono perché sono colorate, perché uniscono appunto la lotta con qualcosa di allegro. Quindi volevo che si rispecchiasse esattamente questo nelle mie illustrazioni e fare arrivare un messaggio forte, ma tramite i colori, tramite l'allegria, tramite qualcosa che potesse portare gioia.
Quindi per me le lottatrici del wresting messicano sono un po' questo: tanta allegria.
Iride: Ti rivedi un po' in loro o vorresti essere come loro?
Luchadora: Mi ci rivedo un po', devo essere sincera. Appunto per la loro allegria, per i loro colori, per il fatto che combattono ma in realtà, come ben tutti quanti sappiamo, il wresting è un gioco in realtà, quindi non combattono davvero. Io a livello concettuale voglio comunque trasmettere un messaggio e voglio davvero combattere però non lo faccio fisicamente.
Ma appunto c'è dell'ironia e a me piace l'idea di poter essere anche fine da questo punto di vista e quindi ironica però anche molto chiara. Perché l'essere diretti e dirette penso sia una capacità e un punto fondamentale.
Iride: Come hai iniziato a lavorare come artista?
Luchadora: Ho ripreso a dipingere da quattro/cinque anni (in realtà sono 8 - N.d.R.). Ho iniziato a illustrare subito dopo l'università. Io ho fatto il disegno industriale e per la mia tesi quinquennale ho deciso che volevo illustrare un libro per bambini. A quel punto ho chiesto a mia sorella che fa la psicologa di scrivere un libro per bambini che parlasse della salute mentale perché per me era un tema fondamentale che non vedevo trattato e che invece mi sarebbe piaciuto molto approfondire.
Sabina mi ha rispo- Sabina è il nome di mia sorella, ha risposto positivamente alla mia richiesta e abbiamo cominciato. Quindi io mi sono resa conto che disegnare era qualcosa che mi era mancato profondamente negli anni precedenti perché durante l'università mi sono focalizzata di più sulla grafica, sul'interior design, su altre cose in afferenza al mondo del design però mi era mancato molto disegnare, cosa che invece avevo sempre fatto. Ho sempre fatto fin da quando sono piccola, l'ho sempre fatto per passione. All'inizio non credevo potesse diventare un lavoro vero e proprio.
Quando ho visto il prodotto, lo chiamo prodotto perché è un libro e non è soltanto un concetto, ho capito che invece forse potevo farlo. Il libro mi è piaciuto tantissimo. L'abbiamo anche pubblicato l'anno scorso, si chiama "Attraverso il cancello e il ritorno - le avventure di Annina" e ne sono stata felicissima perché anche tutte le volte che abbiamo fatto le presentazioni si riesce a mandare un messaggio. In quel momento lì ho pensato che volevo fare quel lavoro e quindi ho cercato di dedicarmici il più possibile.
Subito dopo ho avuto una borsa di ricerca d'architettura per grafica e illustrazione e ho continuato per anni a lavorare all'interno dell'università e contemporaneamente lavoravo fuori e piano piano ho iniziato a collaborare con tante realtà, con tante associazioni e ho lavorato tanto in in maniera personale, quindi ho studiato molto su di me, cioè su quello che mi piaceva e per formarmi uno stile perché non è facile diventare riconoscibili. Non è facile fare qualcosa che ti piaccia perché a volte si disegna ma non mi piace quello che sto disegnando perché non ha quella grazia che sto ricercando.
Quindi ho lavorato tanto sul mio stile per cercare di arrivare il più possibile a quello che potesse soddisfarmi.
Io di solito non parlo molto di me. Faccio parlare le cose che faccio piuttosto rispetto al parlare di me, di quello che ho fatto, anche se capisco che possa essere utile perché le persone credono che dal momento in cui si fa l'artista si debba aver fatto l'accademia di belle arti, eccetera eccetera eccetera.
E sicuramente è un percorso comodo e lineare. Venire a sapere che, per esempio, ho fatto disegno industriale dici ma come? Perché? A cosa ti è servito? diciamo che si uniscono tante cose perché chiaramente il disegno industriale, dove c'è grafica all'interno, ti insegna la composizione, ti insegna tante cose: la grafica ed è fondamentale, è un pilastro che altrimenti io non sarei dove sono se non avessi studiato grafica.
Anche a livello compositivo, perché ti aiuta a a riassumere e a portarti un po' al centro dell'opera.
Iride: Che cosa ti ha portato a studiare disegno industriale?
Luchadora: Disegno industriale perché era la cosa più vicina al disegno. A me piaceva disegnare. A me è sempre piaciuto disegnare. Disegno da quando ho cinque anni. Come tutti i bambini.
Tutti i bambini disegnano, tutte le bambine disegnano. È un grande evergreen però diciamo che io c'ero abbastanza in fissa, disegnavo sempre, era una cosa che facevo veramente con grande piacere. Anche al liceo non è stato un percorso lineare, quindi non ho fatto l'artistico, dopo non ho fatto l'accademia.
Disegno industriale perché era la scuola che era più vicina al disegno che potevo fare che avesse degli sbocchi lavorativi, che in quel momento mi sembrava una cosa importante avere uno sbocco lavorativo per fare poi un lavoro che potesse piacermi il più possibile.
Iride: Sei una persona che ama la manualità mi sembra di capire. Che è molto attratta da manualità e dalla praticità delle cose e ha investito molto su questo nel tuo percorso di studi.
Luchadora: Sì, esatto. Assolutamente. Mi piace. Mi piace che le cose funzionino. Mi piace il fatto di riuscire a semplificare cose difficili. Mi mi dà grande soddisfazione. Tantissima.
Iride: Sei soddisfatta di quello che fai?
Luchadora: Molto, molto .Sono molto soddisfatta di quello che faccio, delle tematiche che tratto, delle persone con le quali mi rapporto per tanti progetti e per tanti lavori.
Non è facile però è bello riuscire ad arrivare alle persone. È questo un po' anche il punto: lavorare insieme alle persone per fare arrivare dei concetti e per estrapolare dei concetti che loro vorrebbero quando si parla di progetti partecipati.
Ne abbiamo concluso uno quest'estate in una piazza che abbiamo dipinto qua a Firenze con lo studio Sale Grosso e Avventura Urbana. Abbiamo vinto un bando di Bloomberg che è un sindaco e crea bandi per la riqualificazione urbana e ci sono stati dei processi partecipati con tutta la popolazione e siamo riuscite a creare qualcosa di molto bello, qualcosa di sentito che tutte quante le persone che vivono con la piazza possono sentire vicino. È stato partecipato perché non è stato soltanto progettato con loro ma è stato anche fatto con loro. Noi l'abbiamo dipinto tutti insieme e tutte insieme. È stato un bel progetto, un bel lavoro. È un altro modo di fare arte partecipata ed è un altro modo di fare street art perché quello è nel vero senso del termine, più a terra di così, più sulla strada di così non si può.
Iride: Moltissimi dei progetti di cui ti sei occupata negli ultimi anni sono legati alla città di Firenze. Che cosa ti lega a Firenze?
Luchadora: Firenze è la città dove in questo momento abito ed è la città dove ho studiato. E quindi diciamo che è stato un po' una strada tra virgolette lineare da questo punto di vista, quindi ho iniziato studiandoci e piano piano mi sono creata un luogo dove poter lavorare.
Iride: Per il Pride 2021 hai realizzato a Firenze il murale Altri Colori e anche in altre occasioni hai portato la tua arte sui muri e sulle saracinesche dei negozi fiorentini. Cosa ti ha portato a iniziare a fare street art e in che modo la tua street art ha invaso Firenze?
Luchadora: Ho Ho iniziato a dipingere in superfici più grandi tramite la necessità di testarmi. Volevo provare in maniera logica a dipingere qualcosa di più grande e che potesse dare un concetto e che potesse dare colore anche alla città che io amo e mi piaceva l'idea di poterla abbellire ulteriormente.
Mi è stato chiesto da un edicolante di una zona dove stavo lavorando in quel momento di dipingere la sua saracinesca e quindi da lì ho cominciato. In Borgo la Croce c'era questa piccola edicola che è diventato un po' un punto di riferimento e da lì ho cominciato e mi sono state domandate altre commissioni, altre saracinesche, altri muri, laboratori e tutto quanto poteva ruotare intorno all'idea di arte e di street arte in questo caso.
Iride: Che differenze ci sono per te tra la street art e gli altri lavori che fai?
Luchadora: Il fatto che diventa un'opera a cielo aperto e quindi dà perennemente comunicazione, cioè non si smette mai di comunicare perché dal momento in cui hai una mostra in in atto, devi entrare dentro alla galleria, devi entrare dentro al luogo dove hai esposto, mentre quando dipingi per strada, sulla strada, attacchi qualcosa alle pareti che possono essere viste ventiquattro ore su ventiquattro dà un'impronta diversa, colpisce. Può colpire in maniera positiva o negativa.
La cosa affascinante è che tutte quante le persone che praticano questo tipo di arte per fortuna vogliono farlo in maniera totalmente personale. Farlo in modo totalmente personale è appunto ironico, è un po' più pesante a livello di comunicazione, può essere leggero invece per cercare di comunicare qualcosa di importante però con un pochino più di serenità.
Quando rappresenti qualcosa e quando voli sopra le cose è l'insostenibile leggerezza dell'essere. È fare le cose in maniera non troppo diretta ma non volendoci girare intorno. Cercare di esprimere dei concetti in maniera puntuale ma che non devono risultare schiaffi in faccia.
Iride: Quali concetti vorresti che venissero recepiti attraverso la tua arte?
Luchadora: Mi piacerebbe che si capisse l'uguaglianza, che tutte quante le diversità sono belle a modo loro e mi piacerebbe che si potesse scoprire qualcosa tramite un'opera e quindi l'essere incuriosita o incuriosito da un disegno ti possa far studiare qualcosa e quindi mi piacerebbe potesse trasmettere curiosità.
Mi piacerebbe potesse trasmettere amore. Diciamo che è ampia la rosa di concetti che mi piacerebbe le persone potessero recepire.
Iride: Come dicevo prima, il murale Altri Colori l'hai realizzato a Firenze in collaborazione con alcune associazioni LGBTQ cittadine. In che modo sei entrata in contatto con l'associazionismo LGBTQ e che cosa ha portato questa relazione?
Luchadora: In due modi: uno tramite l'associazione Conigli Bianchi con la quale ho collaborato e collaboro tuttora volentieri. Sta uscendo adesso un libro con Eris dove ci sono racchiusi tantissimi anni del loro lavoro e del nostro. Perché anche questo è un gruppo e quindi è bello poi sentirsi parte di un gruppo, sento di far parte di questo gruppo anche se non ci lavoro in maniera stabile, non ci lavoro in maniera continuativa.
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A Firenze sono venuta a contatto con Arcigay tramite la Street Level Gallery che mi chiamò e mi contattò per rappresentare la comunità LGBT+ che in quel momento stava aprendo la sua sede a Firenze e quindi mi sono rapportata con loro per cercare di capire il meglio possibile cosa volevano rappresentare, cosa c'era la necessità di far vedere e quindi è nato il muro di cui abbiamo parlato inizialmente, Altri Colori.
Abbiamo lavorato con Valerio Bellini alla struttura del muro, al concetto e quindi le bandiere che dovevano essere rappresentate come, potevamo incastrarle e come potevamo far realmente uscire bene questo concetto di altri colori ed è venuto fuori un lavoro bellissimo.
L'inaugurazione è stata stupenda, è stata super partecipata, ho trovato persone splendide con le quali ho continuato a collaborare negli anni. Ho fatto anche il manifesto per il Pride di quest'anno.
È stato molto forte, molto. Se poi lo andate a vedere capite perché è stato molto forte. Però anche lì si parlava di corpi non conformi e di comunità, perché è una cosa importante in questi tempi è sicuramente la comunità, il sentirsi parte di qualcosa.
Precedentemente conoscevo Arcigay, conoscevo altre associazioni come per esempio Conigli Bianchi con la quale ho collaborato e oggi stiamo registrando ed è il primo di dicembre e oggi è la giornata contro l'HIV e quindi c'è anche tutto quanto questo discorso che abbiamo fatto con Conigli Bianchi e Cheap. Abbiamo fatto una mostra sulle strade di Bologna "Sieroconsapevoli e Fieroconsapevoli" (FUCK STIGMA World AIDS Day - 2021 N.d.R). Sono entrata a far parte dell'associazionismo piano piano che per me era differenziato, perché non è soltanto di Arcigay, ma l'associazionismo dal punto di vista proprio di collaborare per rendere il posto dove si abita un posto migliore.
Iride: Quali sono i progetti che ti piacciono di più?
Luchadora: Sono tanti i progetti che mi piacciono tanto. In realtà tendenzialmente cerco di fare solo cose che mi piacciono. È un po' superba come frase però lavoro tanto, ma mi piace lavorare per delle cose che mi piacciono, perché fare la libera professionista non è facile perché comunque è un tetris logico e diciamo che c'è una necessità di fare delle cose che possano risultare positivamente e che possano dare soddisfazione e che possano appunto trasmettere un messaggio perché è fondamentale che ti piaccia un lavoro per poterlo fare.
Iride: Lavori spesso con altre artiste e altri artisti. Hai citato prima alcuni dei progetti che hai fatto negli ultimi anni. Preferisci lavorare con qualcun'altra o qualcun altro o lavorare da sola?
Luchadora: A me piace lavorare sia da sola che con le altre persone. Io lavoro molto da sola. Ho bisogno di di prendermi i miei spazi per ragionare e per lavorare meglio quindi di base lavoro da sola. Però mi piace tantissimo quando riesco a collaborare con altre realtà. perché dà un'enorme soddisfazione lavorare con gli altri artisti e artiste.
Adesso abbiamo fatto un progetto molto molto bello con la libreria Alice che è qui a Firenze e abbiamo fatto un una serie di magliette e ognuno e ognuna di noi ha disegnato delle tette e dovevano rappresentare appunto la nostra visione del seno perché poi i fondi di quelle magliette verranno devoluti per una borsa di ricerca contro il tumore al seno.
E lì eravamo cinque artisti e artiste e è stata una cosa molto bella. Ma come è bello fare i progetti completamente partecipati e quindi quando degli stili si fondono e quindi si disegna insieme qualcosa che poi viene un braccio in un modo e la gamba in un altro.
Quelle cose che dette a voce possono sembrare brutte ma poi dal vivo sono stupende.
Iride: Chi volesse scoprire un po' meglio il progetto "Ciao ciao belle tettine" di cui stavi parlando poco fa può andare in descrizione e troverà tutti i link per supportare l'iniziativa. Oltre a questo progetto mi vengono in mente altri tuoi lavori che sono da anni ormai incentrati molto sul corpo e in particolare sul corpo delle donne. Come mai hai deciso di lavorare su questo tema e quanto è importante per te partire dal corpo?
Luchadora: Per me è molto importante parlare del corpo e del corpo femminile perché spesso e volentieri appunto c'è body shaming e quindi c'è questa sensazione di incomprensione. Per fortuna in questi anni ci sono state tante campagne, c'è sensibilizzazione, c'è tanta volontà di capire e di accogliere.
Mi sembrano dei bellissimi passi avanti però penso anche che ci sia la necessità di riprendersi il proprio spazio continuando a parlarne perché è parlando delle cose che si riescono a cambiare, quindi anche con i corpi e disegnando corpi grandi, mani grandi,... a me piace prendere lo spazio disegnando questi corpi strani con appunto le manone da David.
Le mani dell'uomo, della persona, della donna che fa. Quindi hai le mani grandi perché fai le cose e quindi per me è un concetto fantastico. Quindi si parte proprio anche lì da Michelangelo in poi perché comunque, per quanto il mio stile sia estremamente contemporaneo comunque andare a vedere i grandi maestri è fondamentale e Michelangelo è uno dei capostipiti.
Iride: Oltre a Michelangelo, quali sono le altre tue fonti di ispirazione?
Luchadora: A me piace tantissimo Alfons Mucha. Mi piace molto il concetto che voleva trasmettere Mucha e quindi questa idea di arte di strada, di riproducibilità. Si inizia a mettere insieme illustrazione e grafica.
E mi piace tantissimo Toulose-Lautrec e quindi un po' Ottocento, la parte della Belle Époque. Son partita con con queste visioni all'inizio. Mi piace molto Tim Burton come illustratore, non solo come regista. C'è il suo libro "Morte malinconica del bambino ostrica", un bellissimo libro che consiglio a tutti, molto visionario quell'uomo.
Degli artisti contemporanei secondo me Olimpia Zagnoli è una ovviamente delle top player, bravissima. C'è Jessica Walsh, una designer bravissima americana che lavorava con Sagmeister.
Secondo me l'apoteosi del lavoro è quando si riesce a mettere insieme un bel disegno con una bella grafica: è potentissimo come veicolo di comunicazione.
Iride: Nel 2022 hai lavorato insieme ad altri artisti e ad altre artiste per un'esposizione dal titolo Ultraqueer in cui hai esposto una tua personale interpretazione dell'estetica del mostruoso che era il tema di quell'anno. Che cosa significa per te essere queer?
Luchadora: Cosa significa essere queer? Significa semplicemente essere se stesse. Non ci vedo nient'altro che l'innalzamento più alto e più bello del proprio essere. Cercare di essere la manifestazione più sincera e più nitida di quello che si vuole essere, quello che si desidera essere, quindi la propensione a diventare la migliore versione di sé in qualunque modo. Ovviamente in qualunque modo non andando al di fuori del rispetto per se stessi, per se stessi e per gli altri, ma cercare di protendere al meglio.
Iride: Tu ti definiresti queer e qual è il tuo meglio a cui protendi?
Luchadora: Cercare di fare arrivare concetti complessi in maniera semplice perché è il modo migliore per far arrivare una base. Per me è molto importante l'emotività, è molto importante l'empatia che si ha nei confronti delle persone e sono importanti le persone.
Quindi l'idea, secondo la mia personalissima visione, è proprio questa: cercare di dare il meglio non distruggendosi per farlo, nel senso di cercare di dare quando lo si può fare, quando si ha modo. Però è un po' questo: l'idea di far arrivare concetti difficili in maniera facile. Dal momento in cui riesco in questo sogno allora sono felice e in quel momento lì sento di aver dato il meglio che potevo dare.
C'è un detto che dice dove arrivo metto un chiodo. Faccio quello che posso e comunque il provarci sarà stato comunque il mio meglio.
Iride: Oltre alle illustrazioni del libro "Attraverso il cancello e ritorno" che hai illustrato e che è stato scritto da tua sorella, che è un libro per bambine e bambini, hai anche lavorato con alcune scuole attraverso vari progetti in scuole fiorentine. Che cosa ti ha portato a lavorare con degli studenti e in che modo il tuo lavoro è stato recepito?
Luchadora: Io ho lavorato sia con bambini più piccoli che con adolescenti. Gli adolescenti sono piccoli adulti che comunque sono spugne ed è un confronto lavorarci. Con i bambini piccoli è una sorpresa. È una sorpresa ed è una gioia perché ti riempiono d'amore, è una valanga veramente incredibile di affetto che ti viene dato.
Uno di questi progetti, che era tramite il Miur, ho fatto due laboratori uno a Firenze e uno in Sardegna con la Cinematografica che è nostra associazione qua di Firenze e abbiamo lavorato su i supereroi non conformi quindi il fatto di rappresentare un supereroe, una supereroa, un supererou, una figura che poteva essere maschile e femminile, senza sesso, che potesse avere qualunque tipo di potere. Avevo fatto queste basi, questi manichini senza nulla e loro dovevano attaccare sopra e dovevano disegnare per creare il loro supereroe personale.
Sono venuti fuori dei lavori stupendi, veramente molto, molto forti e i bambini hanno recepito molto bene, secondo me. anche perché i bambini sono ancora più spugne degli adolescenti cioè loro se gli vengono spiegate in maniera appropriata le cose capiscono perfettamente e quindi è stata una grande soddisfazione.
Iride: Hai in programma di continuare a lavorare con bambini e adolescenti o quali sono i tuoi prossimi progetti?
Luchadora: I prossimi progetti sono sicuramente il muro alla comunità Lahuén di cui sono molto, molto felice. Ho in corso una residenza d'artista alla scuola d'arte Il Bisonte con tema "resistenza femminile" quindi un tema molto forte che sto studiando e sto cercando di approfondire adeguatamente per poterlo rendere al meglio. Sto collaborando anche con Inchiostro Festival per creare una stampa d'arte che uscirà nei prossimi mesi.
Ma non vi dico niente perché forse non lo dovevo dire. Sto collaborando anche con una una casa di moda che si chiama Shaft, per creare una piccola linea di magliette. Ma forse anche questo non lo dovevo dire. Quindi adesso io la smetterò perché tutti quanti i lavori che ho in canna diciamo devono uscire quando dovranno uscire.
Iride: Grazie mille per essere stata con noi. Potete trovare queste interviste, qualche contenuto speciale, tutti i contatti per andare a scoprire meglio Luchadora sul nostro sito iride punto art e nei link in descrizione. Per non perdere i prossimi episodi di iride, potete iscrivervi alla newsletter sul nostro sito iride punto art seguirci sulle principali piattaforme di streaming tra cui Spotify, Apple Podcast e Google Podcast su YouTube e su Instagram.
Grazie ancora e alla prossima.
Luchadora: Ciao. Alla prossima!